BONUS FACCIATE: L’ANALISI DI RETE IRENE

bonus facciate

Il Ministro Franceschini ha annunciato l’arrivo di un nuovo bonus facciate nella manovra 2020, senza fornire alcuna indicazioni sull’operatività dell’incentivo. L’analisi di Rete IRENE su come potrebbe essere reso efficace questa nuova detrazione fiscale.

La scorsa settimana il ministro ai beni culturali e del turismo Dario Franceschini ha dichiarato, anticipando i contenuti della prossima Legge di Bilancio dello Stato, che vi sarà “una misura a cui tengo molto, un Bonus facciate per cui si potranno fare delle città più belle grazie a un 90% di credito d’imposta per chi rifarà la facciata della propria casa o del proprio condomino”.

Franceschini si è ispirato ad una legge entrata in vigore in Francia negli anni ’60 voluta da Andrè Malraux, ministro degli affari culturali con Charles De Gaulle dal 1959 al 1969, che ha istituito l’obbligo, ogni 10 anni, di intervenire con lavori di manutenzione e pulizia delle facciate degli edifici.

Ma come sarà declinato questo annunciato nuovo bonus fiscale?

Quasi sicuramente non sarà a beneficio di chi effettuerà, per scelta, semplici interventi di manutenzione sugli edifici, per i quali il governo ha invece già espresso il proprio indirizzo confermando la detrazione del 50% fruibile in 10 anni; non avrebbe alcun senso, nello stesso ambito di intervento, concedere un incentivo e nello stesso tempo superarlo con una agevolazione più interessante.

Inoltre, rispetto al contesto nel quale fu varata la legge francese degli anni ’60 e alle sue finalità meramente “estetiche”, vi è oggi una diversa sensibilità riguardo ai problemi ambientali e alla necessità di porre attenzione al contenimento dei consumi energetici e alle conseguenti emissioni inquinanti del comparto edilizio; questa sensibilità è stata colta dai D.M. 26 giugno 2015 che regolamentano in chiave energetica gli interventi di riqualificazione degli immobili.

Vi è poi il riconosciuto tema della fragilità del nostro territorio e della sua esposizione agli eventi sismici, con la conseguente necessità di verificare la vulnerabilità strutturale degli edifici vetusti e provvedere alla loro messa in sicurezza.

L’annunciato bonus facciate dovrà quindi necessariamente armonizzarsi con la disciplina normativa vigente e non essere in contrasto con la stessa: in questo senso potrebbe avere un significato considerarlo un potenziamento degli incentivi ecobonus e sismabonus vigenti, per coglierne lo spirito positivo per la salvaguardia dell’ambiente, della salute e della sicurezza dei cittadini, con l’obiettivo di migliorare anche l’aspetto estetico di un patrimonio edilizio ormai vetusto e favorire il decollo di un comparto di importanza fondamentale per l’economia nazionale.

La mancanza di un coordinamento efficace con gli altri incentivi determinerebbe invece il rischio, concreto e grave, di sviare l’attenzione dei cittadini dalle opportunità offerte dalla riqualificazione energetica e strutturale degli involucri edilizi (e dai relativi obblighi), causando anche un rallentamento del percorso strategico verso un’edilizia sicura e a basse emissioni.

Potranno essere incentivati anche quegli interventi su edifici sottoposti a vincolo storico-artistico che necessariamente derogano alla disciplina dei D.M. 26 giugno 2015 e quindi non possono beneficiare dell’ecobonus (anche se forse la proprietà di questi immobili potrebbe disporre normalmente di risorse economiche tali da non dover subordinare gli interventi di conservazione edilizia ad un incentivo pubblico); intervenire diffusamente su questi edifici, normalmente ubicati nei centri storici, contribuirebbe fortemente al miglioramento estetico delle nostre città.

Ecobonus e Sismabonus sono incentivi fiscali per i quali è oggi operativa la cessione del credito d’imposta: anche il nuovo bonus fiscale, applicato in modo armonizzato, potrebbe operare con gli stessi meccanismi attuativi.

Da ultima una considerazione: si è parlato di concedere il bonus facciate per il solo 2020; se da un lato è ottima l’intenzione di sfruttare il fattore tempo e la conseguente sollecitazione ad intervenire prontamente, dall’altro va considerato che si potrebbe avere una troppo limitata operatività temporale del provvedimento, tenuto conto sia dei tempi tecnici di approvazione degli strumenti attuativi del nuovo incentivo fiscale, sia dei tempi necessari per la progettazione degli interventi, per la raccolta e valutazione dei preventivi e infine per la convocazione delle assemblee condominiali per l’assunzione delle delibere; se non vogliamo ragionare nell’ottica di contare sulle consuete proroghe, potrebbe essere utile considerare il bonus facciate esteso sin da subito al dicembre 2021, attuale momento di scadenza anche dell’ecobonus.

L’auspicio è, comunque, che il governo definisca al più presto le modalità con le quali intende rendere operativo il nuovo annunciato incentivo fiscale per non tenere ingessata la situazione nella quale si trovano ora cittadini, progettisti ed imprese, tutti in attesa di conoscere gli sviluppi attuativi del nuovo provvedimento.

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