I BONUS EDILIZI CHE VERRANNO: INCENTIVI STIMOLANTI O PREMIANTI?

I Bonus edilizi che verranno

Fino ad oggi le normative a promozione dell’efficienza energetica negli edifici hanno avuto Bonus edilizi con approcci ed intensità diverse. L’Arch. Jacopo Aste, Responsabile Commissioning tecnico-fiscale per RETE IRENE, prende in esame i principali incentivi fiscali per l’edilizia degli ultimi anni, dal Bonus Casa all’ Eco Bonus Ordinario, per spiegarne la capacità di stimolare la transizione energetica. Un approfondimento per  aiutarci a capire quale può essere l’approccio più costruttivo per il futuro disegno dei bonus edilizi.

Prima di poter compiutamente e scientemente parlare di aliquote, classi, trasmittanza, energia, lavori o quant’altro ci possa essere nel mezzo, ritengo sia opportuno, anzi doveroso, riflettere sulla natura di ciò di cui si sta discutendo e sui relativi scopi.

ESISTONO GLI INCENTIVI PER INDURRE A FARE O A FARE DI PIÙ?

Sostanzialmente è questa la domanda centrale, perché non tutti gli incentivi per l’edilizia sono uguali.

Nati per far fare i lavori (stimolo) e quindi far emergere il nero = Bonus Casa; si sono poi visti affiancare da altri strumenti simili volti a far di più e meglio (premio) rispetto al già consentito = Eco Bonus.

Non esistono incentivi premianti o stimolanti a priori, bensì come il bilanciamento dei piatti di una ormai vetusta bilancia a seconda che sia più preminente l’aspetto di stimolo oppure quello di premio si avrà un determinato risultato.

In questo senso l’intensità dell’incentivo (l’aliquota) è il meccanismo stimolante; laddove le soglie e gli obiettivi preannunciano la premialità.

Alcuni esempi.

– Il Bonus Casa, aderente al proprio principio creatore, è un esempio di incentivo stimolante: l’intensità esiste a prescindere, purché si siano fatti i lavori secondo legge economica (cioè pagati e contabilizzati) e tecnica (rispettando le normative di settore); non prevede obiettivi da conseguire e presenta esclusivamente delle soglie per circoscrivere il proprio campo di applicazione (le persone fisiche, a partire dalle manutenzioni straordinarie sulle parti private, etc.).

L’Eco Bonus “ordinario”, è l’esempio opposto, di incentivo premiante: a fronte di un’intensità maggiorata, vengono posti obiettivi da conseguire più virtuosi rispetto alla normativa vigente e ad ogni sollevamento dell’asticella della normativa, tali paletti subiscono un ulteriore inasprimento; tuttavia lo strumento non è così sbilanciato tra le sue componenti (per anni intensità al 65% e obiettivi legati alle proprietà dell’intervento progettato piuttosto che alle prestazioni dell’oggetto progettato) da perdere la sua forza stimolante.

L’Eco Bonus Condomini, nelle versioni 70% e 75%, invece è l’esempio perfetto di come uno stesso strumento per un errore di valutazione può diventare efficace o totalmente inutile.

Eco Bonus Condomini 70%: incentivo prevalentemente stimolante, poiché aumenta ulteriormente l’intensità rispetto all’Eco Bonus “ordinario”, senza aggravarne i requisiti; gli obiettivi tecnologici restano i medesimi, la soglia si restringe ai soli edifici pluri-unità (già compresi nella sua versione ordinaria) e viene introdotta la richiesta di intervenire su di almeno il 25% dell’involucro disperdente lordo complessivo… quasi qualunque intervento di recupero su edifici esistenti soddisfa questo requisito.

Ciò, unito ad una prima stabilizzazione per 5 anni, ha contribuito alla sua diffusa applicazione.

Eco Bonus Condomini 75%: incentivo “punitivamente” premiante. A fronte dell’aumento di soli 5 punti di intensità, la richiesta delle “faccine” non tristi risultava e risulta tuttora improba: per intenderci non è detto che per alcuni edifici sia possibile soddisfare tale richiesta nemmeno con interventi che saltano 4 classi energetiche (ovvero efficientamento generalmente compreso tra il 60% ed il 75%)! La sua applicazione è stata pressoché nulla.

CONCLUSIONI, OVVERO GUARDARE AL FUTURO DEI BONUS EDILIZI

In ottica di ipotesi di rivalutazione delle intensità degli incentivi, si devono tenere in considerazione almeno 3 aspetti.

1) Il Bonus Casa non potrà essere ridimensionato sotto il 50%, se si vuole mantenere la sua funzione di far emergere o scongiurare il nero.

Ai tassi di attualizzazione odierni dei crediti a 10 anni (anche oltre il 30% da parte di alcuni operatori), qualunque intensità sotto il 50% rischierebbe di vedersi messa in concorrenza con lo “sconto” dell’iva e dei contributi non pagati dei lavoratori da operatori spregiudicati.

2) BISOGNA EVITARE di fissare delle soglie o degli obiettivi così alti per ottenere intensità maggiori, tali che il delta residuale di esborso degli interventi per interventi più blandi risulti ALTRIMENTI più conveniente.

Un esempio:

L’efficientamento energetico di edificio condominiale di medie dimensioni con salto di 3-4 classi può avere un costo di circa € 1.200.000,00.

La semplice manutenzione delle facciate per ottemperare alle necessità di ripristino può costare € 250.000-300.000.

Con il bonus Casa rimane un esborso residuo di circa € 150.000,00 per la manutenzione.

Qualunque aliquota per l’efficientamento energetico inferiore all’88% verrebbe vanificata a fronte del Bonus Casa.

L’ASPETTO PIU’ IMPORTANTE PER REVISIONARE I BONUS EDILIZI

3) E’ necessario differenziare gli strumenti dedicati ad edifici pluri-unità (condominiali o meno; residenziali o meno), da quelli pensati per edifici mono-unità (unifamiliari od assimilate come da recente normativa).

Politiche di distinzione tra prima e seconda casa, se possono avere una ragione d’essere in ambito di mono-unità, nel caso degli edifici pluri-unità possono solo portare all’immobilismo, se non proprio a voti contrari, oltre che presupporre una certa iniquità: se a parità di intervento e di millesimi, differenti condòmini devono sostenere differenti quote di spesa, l’esito (spero non voluto da chi ipotizza tali scenari) è quello di aggiungere napalm in una situazione già esplosiva (il Condominio) e con la miccia accesa (assemblea condominiale).

A conclusione di tutte queste riflessioni ritengo che per andare verso la transizione energetica e ridurre drasticamente il fabbisogno interno del Sistema Paese sia necessaria una “toolbox” di Bonus Edilizi più stimolanti che premianti.

Nonostante i molti, molti paletti, ritengo che il Superbonus in virtù della propria elevata intensità sia un incentivo stimolante e non uno premiante

Arch. Jacopo Aste, Responsabile Commissioning tecnico-fiscale RETE IRENE

VEDI L’ARTICOLO “NUOVO SUPERBONUS: L’IMPORTANZA DI NON FARE (ALTRE) MOSSE SBAGLIATE

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