L’ESPERTO RISPONDE

Benvenuti nella sezione dedicata alle vostre domande sull’Efficienza Energetica degli Edifici.
Questo è uno spazio dove potrete trovare consulenza e assistenza per risolvere dubbi o quesiti inerenti la riqualificazione energetica degli edifici. Potrete anche avere un approfondimento su argomenti specifici, sempre inerenti il tema, per promuovere, pianificare e realizzare interventi di efficienza energetica su involucro e impianti del Vostro edificio.
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DOMANDE E RISPOSTE
La normativa vale anche per appartamenti con riscaldamento autonomo? In caso di appartamento in affitto, a chi spetta il costo dei lavori?
Negli impianti individuali è possibile regolare la temperatura dell’ambiente mediante un termostato che accende e spegne automaticamente la caldaia in base alla temperatura ambiente scelta o in base alla temperatura ambiente e ad orari prefissati (cronotermostato). Ciò consente di scegliere orari di accensione più adatti alle esigenze di chi occupa l’alloggio, naturalmente, sempre nel rispetto degli orari e delle temperature fissate dalla legge.
Anche negli impianti individuali, negli edifici nuovi o nel caso di ristrutturazioni, è obbligatorio l’uso di un cronotermostato regolabile su due livelli di temperatura.
Le valvole termostatiche servono a evitare surriscaldamenti nei locali favoriti dagli apporti gratuiti, quindi ogni impianto di qualunque dimensione (purchè abbia almeno due stanze diverse tra di loro) ne beneficia.
Normalmente l’intervento viene pagato dal proprietario o se concordato, dal conduttore che ne beneficia del risultato.
Risposta di Carlo Aloi – Mascherpa Tecnologie Gestionali s.r.l., tra le Società fondatrici di Rete Irene
ABITO IN UN CONDOMINIO DI 18 UNITA'. IL RISCALDAMNETO E' AD ARIA E CIASCUNO DI NOI HA UN TERMOSTATO. LA SPESA VIENE DIVISA 40% PER MILLESIMI E 60% IN BASE AI CONSUMI CHE VENGONO LETTI CON UN CONTATORE. SOLO DUE Unità POSTE AL PRIMO PIANO HANNO I RADIATORI. (NON SO SE HANNO LE VALVOLE). ABBIAMO ANCHE I PANNELLI SOLARI PER LA PRODUZIONE DI ACQUA CALDA SANITARIA. IL CONSUMO VIENE SUDDIVISO IN BASE ALLA LETTURA CHE CIASCUNO FA DAL CONTATORE POSTO NELLA PROPRIA UNITA' IMMOBILIARE. SIAMO IN REGOLA CON TUTTO? PERCHE' IL NOSTRO AMMINISTRATORE NON DICE NULLA. P.S. LA CALDAIA L'ABBIAMO SOSTITUITA NEL 2008.
La norma UNI 10200, prevede la ripartizione in base ai consumi, in parte “volontari” e in parte “involontari”). I consumi “involontari” dipendono principalmente dalle perdite della rete di riscaldamento e sono determinate dal progettista. Il valore di incidenza percentuale sul totale varia di anno in anno a seconda di quanto il condominio ha consumato. Adottare meccanismi di ripartizione dei costi, senza tener conto di obblighi di legge “non derogabili” può consentire anche ad un solo condomino di contestare e far rifare i conteggi.
Risposta di Carlo Aloi – Mascherpa Tecnologie Gestionali s.r.l., tra le Società fondatrici di Rete Irene
A chi si denuncia il mancato adeguamento del condominio alla normativa sui contabilizzatori in seguito ad apposita riunione condominiale in cui la maggioranza ha deciso - con il placet dell'amministratore - di lasciare l'impianto come è?
Il terzo responsabile dell’impianto ha il dovere di segnalare al CURIT il mancato adeguamento dell’ impianto termico (sia per il generatore di calore sia per l’ installazione delle valvole e ripartitori). Se la maggioranza ha deciso di non adeguarsi alle norme, sarà responsabile delle sanzioni che verranno erogate. Lei può in ogni caso segnalare il mancato adempimento al Comune di Milano settore Ambiente.
Risposta di Carlo Aloi – Mascherpa Tecnologie Gestionali s.r.l., tra le Società fondatrici di Rete Irene
Chi ha il riscaldamento a pannelli cosa deve fare? Tenere i 26 gradi in casa? Grazie per una cortese risposta.
L’ impianto a pannelli, al momento non può usufruire di valvole termostatiche, è però possibile revisionare / sostituire le valvole che sono presenti sui pannelli (fine stagione termica) e procedere nella successiva stagione termica al bilanciamento dell’ impianto con la regolazione delle stesse per omogeneizzare la distribuzione del calore ed avere tutti una temperatura confortevole e non eccessiva. Anche una corretta regolazione dei tempi di funzionamento e della temperatura circolante nell’impianto diventa indispensabile per migliorare il confort e contenere gli sprechi energetici.
Risposta di Carlo Aloi – Mascherpa Tecnologie Gestionali s.r.l., tra le Società fondatrici di Rete IreneToggle content goes here, click edit button to change this text.
Sono condomina di un macrocondominio suddiviso in 4 caseggiati per tot 18 alloggi. il mio impianto di riscaldamento non ha mai funzionato bene. Max temperatura interna a -15 esterna è stata di 17 c°. Solo con stufette e ora pellet si riesce ad avere 19-20 c°. Si devono mettere termovalorizzatori, però mi hanno detto che è obbligatorio avere un progetto per l'installazione e poi si puo mettere valvola direttamente nel vano scala dove ci sono i contaore o è obbligatorio metterli su ogni termosifone.? Il nostro amministratore non ha fatto nessu preventivo. Noi che siamo costretti ad integrare il lettore legge la temperatura anche della stufa come facciamo? Rimaniamo a 14 C°?
Innanzitutto va identificato quale è o sono i problemi che non le consentono di avere il confort in ambiente. La domanda non è chiarissima ma vediamo di dare una risposta soddisfacente.
L’ installazione delle valvole e ripartitori calori va effettuata su ogni singolo radiatore, in ogni caso il progetto termotecnico, obbligatorio, identificherà gli interventi da eseguire. Se però come mi pare di capire dalla sua domanda,la distribuzione del calore è del tipo orizzontale e distinta appartamento per appartamento, si potrebbero installare dei misuratori di energia di tipo diretto ( conta termie ) e valvole di zona comandate dai cronotermostati ambiente. Rimane obbligatorio il progetto redatto da tecnico abilitato.
Risposta di Carlo Aloi – Mascherpa Tecnologie Gestionali s.r.l., tra le Società fondatrici di Rete Irene
Chiedo cortesemente come deve essere calcolato il correttivo per primo ed ultimo piano per ripartire le spese di riscaldamento in condominio con riscaldamento centralizzato, recentemente integrato da valvole termostatiche e contabilizzatori di calore.<br /> Questo per compensare le perdite strutturali di calore dell'edificio dal lato non riscaldato da altri inquilini (perdite che invece i piani centrali non hanno). Il regolamento condominiale prevedeva infatti la ripartizione a millesimi delle spese di riscaldamento.<br /> Grazie in anticipo.
La norma UNI 10200 non prevede fattori correttivi a favore delle unità immobiliari che rischiano di essere penalizzate dall’introduzione dei sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore (quelle dei piani estremi del fabbricato).
Si consiglia pertanto di valutare con grande attenzione la possibilità di adottare interventi di coibentazione delle strutture disperdenti verso l’esterno o verso ambienti privi di impianto di riscaldamento: trattasi di un’operazione che può beneficiare di detrazioni fiscali, certamente consigliabile in quanto permetterebbe di contenere i fabbisogni di calore delle unità immobiliari (soprattutto per quelle poste ai piani estremi del fabbricato, presumibilmente le più penalizzate dai consumi) che incidono maggiormente sulla quota di spesa, cioè quelli “volontari”).
Ciò comporterebbe un numero minore di “scatti” sui ripartitori di calore installati sui caloriferi (quindi una spesa inferiore nell’ambito della suddivisione dei consumi volontari: questo è particolarmente vantaggioso in quanto influenza direttamente la quota di spesa maggiore, cioè quella “volontaria”).
Risposta di Carlo Aloi – Mascherpa Tecnologie Gestionali s.r.l., tra le Società fondatrici di Rete Irene
Io sono un proprietario di un appartamento in una palazzina di sole 6 unità abitative. Il condominio è nuovo ed è stato consegnato a maggio 2014. Il condominio è dotato di impianto di riscaldamento e acqua sanitaria centralizzato con l'utilizzo di pannelli solari termici e con contabilizzatori di calorie (consumi) personali all'entrata di ogni singolo appartamento. Gli appartamenti hanno l'impianto di riscaldamento a pavimento.<br /> L'amministratore, ci ha riferito che per adeguare limpianto alla normativa, bisogna installare altri contabilizzatori all'entrata ed uscita della caldaia per contabilizzare i consumi della caldaia. Volevo sapere se è esatto e come eventualmente si deve procedere. Vi ringrazio per la cortese attenzione.
L’intervento di un progettista potrà certamente chiarire se e quanti conta termie dovranno essere installati in Centrale Termica ( esempio uno a servizio del circuito riscaldamento e uno a servizio della produzione di acqua calda sanitaria). In alcuni casi potrebbe anche non essere necessario.
Risposta di Carlo Aloi – Mascherpa Tecnologie Gestionali s.r.l., tra le Società fondatrici di Rete Irene
Nel condominio di mia madre le valvole termostatiche sono già state installate. La palazzina è di tre piani, su ognuno dei quali ci sono due appartamenti. Mia madre abita al primo piano, soto il quale ci sono le cantine e il garage, spazi non isolati adeguatamente. Avevamo chiesto in assemblea cndominiale di isolare i soffitti del garage e delle cantine, a spese di tutti, per evitare la dispersione di calore, ma la richiesta è stata respinta. Questo non è successo per la richiesta precedente fatta dai condomini del secondo e terzo piano di isolare il tetto: in quel caso tutti avevamo sudddiviso la spesa.<br /> La domanda è questa. I due appartamenti del primo piano, che soffrono di una dispersione termica che li svantaggia rispetto ai piani superiori, che invece si avvantaggiano del calore dei nostri caloriferi, possono almeno avere una ridistribuzione della spesa finale che tenga conto di questo svantaggio?
In materia di obbligo di installazione dei sistemi di termoregolazione del calore, la disciplina imposta dal legislatore europeo è stata recepita nel 2011 dalla Regione Lombardia (Legge Regionale 3 febbraio 2011 n.3) e nel 2014 dal legislatore nazionale (D.Lgs. 102/2014).
Quest’ultimo, che costituisce il provvedimento di riferimento da adottare, prevede che le spese di riscaldamento e di acqua calda (se prodotta in modo centralizzato) devono essere suddivise in base agli effettivi prelievi volontari di energia termica utile e ai costi generali della manutenzione, secondo quanto previsto dalla norma UNI 10200.
Detta norma non prevede fattori correttivi a favore delle unità immobiliari che rischiano di essere penalizzate dall’introduzione dei sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore (quelle dei piani estremi del fabbricato).
In pratica si ribadisce il principio generato dal legislatore europeo di pretendere che la maggior parte della spesa di riscaldamento derivi dal cosiddetto “consumo effettivo-volontario”, quello cioè strettamente legato al comportamento dell’utente (quanto più calore decido di prelevare dalla rete di distribuzione generale tanto più salata sarà la spesa per riscaldare la mia unità immobiliare).
Pertanto non ci sono delibere da prendere in merito a “percentuali” e/o “correzioni”: bisogna applicare la norma UNI 10200.
Infatti la variazione delle modalità di suddivisione delle spese qui in esame (da millesimi di riscaldamento a ripartizione in base ai consumi, in parte “volontari” e in parte “involontari”) potrebbe creare non pochi problemi nel condominio, a causa delle mutate quote e condizioni di attribuzione delle spese.
Il problema è costituito dal fatto che l’adozione dei sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore produrrà un risparmio generale che rischia di non essere equamente distribuito tra le singole unità immobiliari: in particolare quelle del primo e dell’ultimo piano (quelle che necessitano di più calore) potrebbero subire un aumento delle spese di riscaldamento.
UNI 10200 (“Impianti termici centralizzati di climatizzazione invernale e produzione di acqua calda sanitaria. Criteri di ripartizione delle spese di climatizzazione invernale ed acqua calda sanitaria”) stabilisce i principi per una corretta ed equa ripartizione delle spese per riscaldamento e produzione acqua calda in impianti centralizzati, distinguendo i consumi volontari di energia termica delle singole unità immobiliari da tutti gli altri consumi (vedi lo schema di principio allegato).
Lo scopo della procedura di ripartizione è quello di determinare le quote di spesa da attribuire ai singoli utenti.
La norma definisce consumo volontario quello “…riconducibile all’azione del singolo utente sui sistemi di termoregolazione, al fine di garantire determinate condizioni climatiche in relazione anche alle caratteristiche dell’unità immobiliare…”; mentre il consumo involontario è quello “…dovuto alle dispersioni dell’impianto (per distribuzione secondaria, accumulo e distribuzione primaria) non riconducibile all’azione dei singoli utenti…”.
In sostanza la norma prevede di individuare i costi di combustibile, energia elettrica assorbita dall’impianto, conduzione e manutenzione ordinaria, letture dei sistemi di contabilizzazione.
I consumi “involontari” dipendono principalmente dalle perdite della rete di riscaldamento, mantenuta calda per consentire i prelievi di energia.
La norma prevede che le spese per queste perdite siano:
– calcolate dal progettista, esprimendo una quantità di energia espressa in kWh annui che sarà costante e non più espressa in percentuale (la quota di consumi involontari è una quantità di energia fissa, determinata dal progettista, il cui valore di incidenza percentuale sul totale varia di anno in anno a seconda di quanto il condominio ha consumato);
– divise in modo proporzionale al fabbisogno di energia di ogni singolo alloggio (tabella “per energia”) a prescindere dal prelievo.
Pertanto ogni anno occorrerà stabilire il costo dell’energia (combustibile + energia elettrica) e suddividerlo per i kWh prodotti (questi ultimi da individuare leggendo il contatore di energia in centrale termica oppure da calcolare).
Una volta individuato il costo totale, occorrerà dapprima:
– suddividere la spesa per consumi “involontari” (somma di: perdite di rete di cui sopra, costo di conduzione e manutenzione ordinaria, costo delle letture del sistema di contabilizzazione e una parte dei costi di energia elettrica e combustibile) tramite la citata tabella su base mille “per energia”;
in seguito:
– la parte rimanente (risultato di: spesa totale meno la spesa precedente) dovrà essere suddivisa in base al consumo effettivo di ogni singolo alloggio (quindi qui “comandano” le letture dei ripartitori di calore installati sui caloriferi).
Occorre prestare attenzione a eventuali tubazioni di riscaldamento poste a vista: bisogna definire quanta energia annua erogano, contribuendo al riscaldamento dell’unità immobiliare; questa energia deve essere quantificata dal punto di vista economico e, il relativo importo, sommato alla spesa del singolo condomino che possiede tubi a vista.
E’ infine raccomandato di valutare con grande attenzione la possibilità di adottare interventi di coibentazione delle strutture disperdenti verso l’esterno o verso ambienti privi di impianto di riscaldamento: trattasi di un’operazione che può beneficiare di detrazioni fiscali, certamente consigliabile in quanto permetterebbe di contenere i fabbisogni di calore delle unità immobiliari (soprattutto per quelle poste ai piani estremi del fabbricato, presumibilmente le più penalizzate dai consumi) che incidono maggiormente sulla quota di spesa, cioè quelli “volontari”).
Ciò comporterebbe un numero minore di “scatti” sui ripartitori di calore installati sui caloriferi (quindi una spesa inferiore nell’ambito della suddivisione dei consumi volontari: questo è particolarmente vantaggioso in quanto influenza direttamente la quota di spesa maggiore, cioè quella “volontaria”).
SCHEMA GRAFICO DELLA RIPARTIZIONE DEI COSTI SECONDO LA NORMA UNI 10200
Risposta di Fabio Bonalumi – Consigliere del Collegio dei periti industriali delle province di Milano e Lodi