PATOLOGIA EDILIZIA
Corso tecnico-pratico per professionisti in conduzione e manutenzione degli edifici


INTRODUZIONE AL CORSO


Io penso che un giorno scoppierà la guerra dei cervelli e tanta gente sarà subito fatta prigioniera perché andrà in guerra disarmata.

CHI SONO
Ing. Giuseppe GioiaGiuseppe Marco Gioia, ingegnere edile, laureato al Politecnico di Milano con una tesi di restauro nel 1996.
Da sempre sono libero professionista nel mondo dell’edilizia, un mondo variopinto e ricco di stimoli concreti e casi di studio.
Fin da subito sono stato assistente ai corsi di Patologia edilizia e Progettazione architettonica,oltre qualche altro titolo a completare il mio curriculum, sono ora docente a contratto presso il Politecnico di Milano.

Ma quando mi chiedono che lavoro faccio, mi piace dire che faccio il dottore. Perchè alla fine faccio le stesse attività del buon medico di famiglia. Chiaramente proporzionando tutto sugli edifici.
Perchè sì, mi piace curare gli edifici. Li considero esseri viventi e questi, proprio come noi, si ammalano.

E le malattie degli edifici arrivano, negli anni, un po’ per causa loro, come la vecchiaia, e un po’ per causa degli ospiti (noi, proprio noi che li viviamo e li maltrattiamo). E, devo dire, frequentemente, anche per merito di chi li progetta e li realizza (quindi, sempre noi, professionisti e imprese).

Da qui il parallelo con il buon medico di famiglia. Mi piace trovare le cure, sistemare gli errori e rimettere insieme i pezzi. Perché dentro ogni casa – che pensiamo, costruiamo o viviamo – c’è un pezzo della nostra vita.

TEORIA E PRATICA SI INCONTRANO

Nell’ambiente in cui opero, in tanti anni di attività professionale, ho notato che l’ingegnere edile ha spesso un approccio molto teorico con il proprio lavoro, molte volte forse orgogliosamente arroccato sulle posizioni di chi si sente appartenere più al mondo della scienza che a quello dei problemi di tutti i giorni.

Nel mio modo di esercitare la professione mi piace dare priorità alle cose molto concrete, molto visibili, con un atteggiamento in cui, facendo tesoro delle nozioni e delle informazioni apprese in tanti anni di studio ed esperienza, ne trovo corrispondenze e prove evidenti nei fenomeni apparentemente banali che si incontrano in quei fantastici laboratori che sono i cantieri.

Scambiare un giunto di dilatazione per una crepa strutturale? Presente.
Parlare di “sistema chiuso” in merito ad acqua continuamente scambiantesi tra massetto e sottopiastrella (!) e continuamente cambiante stato (da liquido a gassoso) ma senza apporto energetico ne reintegro di materia prima (acqua) … visto, udito e letto in perizia!
Liquefazione dei suoli senza sisma…
Sorgenti (miracolose) d’acqua negli appartamenti… visto, letto, discusso.
Questo “bestiario” delle oscenità potrebbe continuare in un lunga lista.

In definitiva, penso che un professionista non possa confondere una macchia di umidità dovuta ad una perdita di acqua condotta con una macchia da umidità da condensa superficiale o con gli effetti di un ponte termico strutturale.

Ci sono manifestazioni visibili che hanno una eziologia (parolone difficile ma, giuro, sarà uno dei pochi… e, comunque, indica gli avvenimenti, i motivi e le variabili causali di ogni singola malattia o patologia) facile, scontata, banale… insomma che non si può e non si deve sbagliare.

PERCHÉ UN CORSO CON RETE IRENE

In tanti anni di professione sul campo ho constatato, ma è oramai evidente a tutti, che il patrimonio immobiliare italiano è in grandissima parte vecchio, spesso mal costruito e ancor peggio condotto. Assai di frequente, quindi, è malato, in molti casi lo è dalla nascita.

Da questo punto di partenza nasce l’idea di parlare delle patologie edilizie in un corso con gli amici di Rete Irene, soprattutto per le affinità che persistono tra noi in quanto a vocazione per recuperare gli edifici in chiave migliorativa ed energeticamente efficiente.

Questo che comincia non vuole essere un corso fatto da un tuttologo, io non lo sono e lungi da me l’idea di poter rispondere a tutto. L’obiettivo di questo percorso ed il mio desiderio personale, sta nel mettere in comune la mia esperienza per arrivare ad una comune conclusione di buon senso: applichiamo il ragionamento scientifico il quale presuppone che ci sia la corretta sequenza di rilievo, ipotesi, sperimentazione, tesi. Basta con la teoria del buttare lì concetti grossolanamente o, come direbbe un mio caro amico, usando lo spannometro e l’occhiometro.

UNA RITROVATA CENTRALITÀ DEL PROFESSIONISTA

Ma non solo. Mi piacerebbe che i professionisti, di cui faccio orgogliosamente parte, tornino ad essere il motore per la ricostruzione di un tessuto culturale, sociale ed imprenditoriale che è andato svilendosi rincorrendo solo la parcellina e dimenticandosi, invece, il ruolo che questa società ci avrebbe assegnato: quello di essere un punto di riferimento, una certezza, in un paese che, invece, in questo momento sembra produrre solo dubbi.

Sbagliare una valutazione, significa sbagliare la cura. E sbagliare la cura significa, spesso, perdere il paziente. Le conclusioni di questo “processo” sono ovvie, come sono innumerevoli cause portate nei tribunali.

Tutti i fatti, le foto e gli aneddoti che saranno narrati, appartengono alla vita reale, quella di cantieri (più o meno grandi) in corso o finiti, di case abitate (più o meno degnamente), di perizie scritte (più o meno in italiano) e depositate (che vergogna!)

L’articolazione degli argomenti sarà suddivisa in capitoli di lettura agevole, ogni tanto scherzosa, di leggera fruizione, con la speranza di farlo diventare un appuntamento gradito, atteso, mai noioso.

Buona lettura e buona avventura insieme.

Patologia Edilizia

Quando si parla di patologia si fa riferimento allo studio delle malattie e, quindi, si guarda a un quadro o a un processo morboso. Di solito si fa riferimento ad un essere vivente …
Il termine deriva dalla lingua greca πάθος, pathos, “sofferenza” e -λογία, -logia, “studio”. Patologia, nel gergo corrente medico, è anche sinonimo dotto di malattia, sia dell’uomo che degli animali o delle piante.

Nei paesi anglosassoni, pathology indica i servizi diagnostici ospedalieri di medicina di laboratorio (patologia clinica) e anatomia patologica.
Il termine patologia è entrato a far parte anche dell’edilizia, dove per patologia edile (building pathology in inglese) si intende la disciplina che si occupa dello studio delle anomalie negli edifici.

Ma un edificio è vivo? Si, sicuramente è assimilabile ad un essere vivente dotato di organi interni pulsanti, basti pensare al generatore di calore …, di arterie, le reti tecnologiche o l’impianto di distribuzione del fluido termovettore. Ha una pelle che è in contatto con gli agenti atmosferici che la strapazzano … e risente, come tutti, dell’effetto del tempo, invecchiando.

Quindi anche gli edifici si ammalano. Il presupposto epistemologico al concetto di malattia è che nelle alterazioni dello stato di benessere delle persone esistano delle situazioni ricorrenti, suscettibili di venire astratte dall’individuo in cui si manifestano, e di venire studiate come entità fornite di attributi propri: le malattie, cioè ad esempio, il raffreddore è una malattia perché si manifesta per tutti con febbre, dolori ossei, malessere…

Negli edifici vale lo stesso concetto. Alcune manifestazioni (la fenomenologia) sono identiche in ambienti diversi ma riferibili sempre alla stessa causa. Quindi si può astrarre il fenomeno visibile, la malattia, e, capita la causa scatenante, definirne la cura.
Quindi, i primi due grossi concetti da focalizzare sono:

  • 1. L’edificio vive
  • 2. L’edificio si ammala

Noi siamo i dottori che “risolvono” il problema. Noi dobbiamo trovare la cura, il rimedio.
Per questo dobbiamo capire chi o cosa ha generato i problemi che poi noi siamo chiamati a risolvere.

Quali malattie possono affliggere il nostro paziente?

Sicuramente almeno quelle contenute in queste tre categorie:

  • 1. quelle che hanno origine da errori progettuali;
  • 2. quelle che derivano da errori di esecuzione;
  • 3. quelle che sono riferibili ai cattivi comportamenti degli occupanti.

C’è anche una ulteriore categoria che non è definibile come malattia ma deriva dalla mancata manutenzione dell’immobile.

E, infine, ci sono gli errori di valutazione da parte del medico…

È ovvio anche che quando si interviene per capire la soluzione al problema che ci viene presentato, è necessario svolgere una “anamnesi completa” del paziente con una raccolta dati/informazione esaustiva per non dimenticarci, nel nostro percorso di cura, di elementi essenziali (sia che si tratti di elaborati grafici, sia che si parli di riferimenti a ‘chi ha fatto cosa’).

Cominciamo con un concetto: quando un edificio è, potenzialmente, esente da errori?
La risposta è banale: sulla carta, prima della realizzazione. Si, ma non basta. Lo è quando è realizzato rispettando TUTTE le norme vigenti…

E qui arriva la parte bella del nostro lavoro.

CORSO IN PATOLOGIA EDILIZIA: MODULI PUBBLICATI


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