AREA B A MILANO: DAL 25 FEBBRAIO NUOVE LIMITAZIONI

area b a milano

È ufficiale: l’ Area B a Milano entrerà in vigore dal prossimo 25 febbraio, una scelta tanto discussa che abbraccerà quasi l’intera area comunale (il 72% della città di Milano), dando vita alla più grande zona a traffico limitato d’Italia.
Con un piano d’azione che evolverà da qui al 2030 e che vieterà l’ingresso in città ai veicoli più inquinanti, negando progressivamente negli anni l’accesso a tutti i veicoli diesel, costituirà senza dubbio una rivoluzione a livello comunale e nazionale.

Il blocco alle diverse tipologie di veicoli più inquinanti avverrà gradualmente, ma riguarderà ogni tipologia di mezzo, dai veicoli utilizzati per trasporto di persone e cose agli autobus, fino ad arrivare ai motoveicoli e ciclomotori: nessuno verrà escluso dall’ Area B a Milano, un piano fortemente voluto dal Comune di Milano, approvato dal Ministero delle Infrastrutture che il 28 gennaio ha ufficialmente concesso l’autorizzazione all’attivazione dei primi 15 varchi.

Concentrandoci sulle limitazioni concordate per quest’anno che ricadono direttamente sui cittadini (blocchi a veicoli per trasporto persone e a moto-ciclomotori), è stato convalidato il seguente calendario:

VEICOLI PER TRASPORTO PERSONE
Non potranno accedere all’area B di Milano già a partire dal 25 febbraio:

  • Euro 0 benzina
  • Euro 0, 1, 2, 3 diesel senza FAP
  • Euro 3 diesel con FAP di serie e con campo V.5 carta circolazione > 0,025 g/km oppure senza valore nel campo V.5 carta circolazione
  • Euro 0, 1, 2, 3 diesel con FAP after-market con classe massa particolato inferiore a Euro 4 a doppia alimentazione gasolio-GPL e gasolio-metano
  • Euro 0, 1, 2

Dal 1 ottobre 2019, invece, saranno bloccati i veicoli:

  • Euro 4 diesel senza FAP
  • Euro 3, 4 diesel con FAP di serie e con campo V.5 carta circolazione > 0,0045 g/km
  • Euro 4 diesel con FAP di serie e senza valore nel campo V.5 carta circolazione
  • Euro 0, 1, 2, 3, 4 diesel con FAP after-market installato dopo il 31.12.2018 e con classe massa particolato pari almeno a Euro 4

MOTOVEICOLI E CICLOMOTORI
Dal 25 febbraio 2019 non potranno accedere i modelli a due tempi Euro 0, 1 e dal 1 ottobre 2019 quelli a gasolio Euro 0, 1.

Negli anni successivi (dal 2020 al 2030) l’accesso sarà interdetto ai veicoli a benzina più inquinanti e a tutti i diesel, anche euro 6. Ad ogni modo, ad oggi, non sono previste scadenze per le seguenti tipologie di veicoli: autoveicoli Euro 5 e 6 benzina, autoveicoli GPL, metano, bifuel, ibride ed elettriche, ciclomotori e motoveicoli a due tempi di classe Euro 5, a benzina 4 tempi di classe Euro 4 e Euro 5, ciclomotori e motoveicoli GPL, metano, bifuel, ibridi ed elettrici.

Al di là delle polemiche e dei dibattiti circa l’attivazione di tutti i 188 varchi previsti, l’adeguamento alle norme sulla privacy, i giorni di deroga concessi per il primo periodo di attivazione e via dicendo, quello che ci sentiamo di affermare è che sicuramente la nascita dell’ Area B a Milano è un segno della volontà di fare concretamente qualcosa per ridurre l’inquinamento urbano, almeno a livello di traffico circolante.

Purtroppo però, non ci dobbiamo e non ci possiamo dimenticare che le più accreditate fonti e numerosi studi specialistici indichino come lo stop ai veicoli inquinanti non siano la soluzione definitiva al problema dell’inquinamento atmosferico; c’è infatti un altro grande imputato che concorre in modo determinante ad alterare l’aria che respiriamo: l’edilizia vetusta ed energivora così ampiamente presente nelle nostra città.

Ad esempio, come emerge da un’elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec sulla base di uno studio del Politecnico di Milano sull’impatto sulla qualità dell’aria urbana da parte delle principali fonti di inquinamento, gli impianti termici di riscaldamento hanno un’incidenza sul totale delle emissioni di CO2 in ambito urbano fino a 6 volte superiore a quella legata al traffico stradale.

Lo studio, che prende in considerazione un campione rappresentativo di cinque città italiane (Milano, Genova, Firenze, Parma e Perugia), mostra come il contributo da parte degli edifici in termini di emissioni di CO2 immesse nell’atmosfera, sia pari in media al 64,2% delle emissioni totali per città, contro il 10,2% derivato dal settore della mobilità e dei trasporti motorizzati (il 25,6% restante, è invece generato dal settore delle attività industriali).

L’istituzione dell’ Area B a Milano è quindi sicuramente una scelta lungimirante e con una sua rilevanza, tuttavia non deve essere l’unica strada sulla quale concentrarsi e su cui animare il dibattito pubblico. Ben vengano quindi soluzioni come gli incentivi fiscali, la cessione del credito, l’Ecobonus: strumenti di investimento che possono dare una spinta al mondo della riqualificazione energetica degli edifici datati, generando un beneficio a tutto tondo per le città, la qualità dell’aria e i cittadini che la respirano.

Sì quindi alle terapie “palliative”, ma via libera anche ad azioni a lungo termine che possano arrivare al cuore sostanziale del problema e alla sensibilità dei cittadini con la stessa risonanza mediatica e con la stessa autorevolezza.

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