I DETTAGLI NELLA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA SULL’ESISTENTE: Trasformare un edificio degli anni 60 in un edificio contemporaneo
VIA ZURIGO 14, MILANO: IL PROGETTO DELL’ARCH. MICHELE BEDETTA
Abbiamo parlato dell’intervento di riqualificazione energetica, tuttora in corso, nel cantiere di via Zurigo 14 in un servizio dove sono stati affrontati gli aspetti generali del progetto di efficientamento realizzato tramite due metodologie di isolamento: a cappotto e per insufflaggio in intercapedine.
REALIZZAZIONE DI VIA ZURIGO
Approfondiamo i dettagli studiati dall’Architetto Michele Bedetta, che hanno permesso di raggiungere i restrittivi limiti di progetto stabiliti dalla combinazione tra normativa di Regione Lombardia (D.D.U.O. 6480/2015), del R.E. del Comune di Milano, del D. Lgs. 102/2014 e delle norme di incentivazione fiscale, riqualificando esteticamente l’edificio, ammodernandone le facciate e in contemporanea preservando l’originale composizione architettonica.
La strategia è stata quella di alleggerire un edificio piuttosto imponente degli anni 60 con materiali e sistemi contemporanei. L’edificio al civico 14 di via Zurigo è costituito da facciate rivestite per la quasi totalità in clinker rosso, l’Architetto Bedetta nel suo progetto ha studiato un gioco di rivestimenti che alternano le piastrelle rettangolari grigie ad un intonachino chiaro. I balconi, che originalmente presentavano un parapetto di barre verticali in metallo nero, sono stati sostituiti da elementi trasparenti in vetro, sostenuti da profili in alluminio satinato.
Il risultato complessivo della facciata è dato da uno studio articolato di ogni singolo dettaglio: dall’ancoraggio del parapetto al nuovo davanzale in alluminio, dal terminale in pvc con rete in corrispondenza delle aperture esistenti alla scelta dei formati e dei sistemi di posa dei rivestimenti in gres porcellanato, dal giunto strutturale a tanti altri particolari che hanno concorso a rendere il lavoro efficiente tecnicamente ed esteticamente.
IN QUESTO ARTICOLO AFFRONTEREMO NEL DETTAGLIO L’INTERVENTO ESEGUITO SUI BALCONI
E’ stato affrontato un ciclo di recupero consistente nella demolizione completa dei pavimenti, sottofondi e intonaci dei frontalini esistenti, mentre gli intonaci degli intradossi sono stati sottoposti a demolizione parziale.
Il tradizionale bordo in pietra è stato sostituito con un elemento in alluminio con caratteristiche peculiari e un duplice meccanismo di funzionamento per l’allontanamento dell’acqua piovana, sia all’esterno del piano calpestabile attraverso la distanza significativa con il frontalino (staccagoccia), sia attraverso dei fori che raccolgono eventuali infiltrazione che possono verificarsi tra le fughe delle piastrelle La funzione del bordo in alluminio è poi integrato e completato da un più tradizionale profilo in pvc con rete inglobata nella rasatura, posto sullo spigolo inferiore del frontalino. La Tecnologia d’impermeabilizzazione è costituita da una guaina liquida che è stata raccordata con la parete verticale ad un’altezza di circa 5 cm dalla quota di calpestio e posizionata sopra la rasatura del capotto. Sopra la guaina saranno poste le piastrelle.
L’ancoraggio del nuovo componente, in vetro e alluminio satinato, alla muratura esistente rivestita dal cappotto termico è stato oggetto di ampio studio e prove tecniche in cantiere, con la realizzazione di un sistema composto da elementi chimici e metallici in modo da soddisfare tutti i requisiti meccanici e termici.
Con l’ausilio di dime metalliche realizzate ad hoc, sono state individuate sulla parete le zone destinate ad accogliere gli zoccoli di ancoraggio del corrimano e del traverso inferiore del parapetto. Gli zoccoli sono realizzati in opera con un primo strato di malta tixotropica per ripristini, a sua volta resa solidale alla muratura sottostante mediante una barra in acciaio ancorata chimicamente. Il ponte termico puntuale determinato dalla lacuna nel cappotto viene mitigato da un secondo strato in schiuma poliuretanica, complanare alla superficie esterna del cappotto in EPS. Il manicotto del corrimano è fissato al supporto di malta sottostante attraverso barre filettate ancorate chimicamente e dotate di dado e controdado.
Con questa articolata tecnologia è stato possibile mitigare il ponte termico puntuale e svincolare meccanicamente il parapetto dalle piastrelle di rivestimento, ottenendo in contemporanea un ottimo risultato con una facciata pulita e lineare.
Sotto: Schizzo dell’Architetto Bedetta: Soluzione di ancoraggio corrimano – muratura con un profilo scatolare in alluminio, soluzione scartata perché creava un ponte termico ed evidenziava criticità meccaniche.
Si laurea con lode in architettura presso il Politecnico di Milano
con il prof. Guido Nardi. Dal 1995 al 2000 collabora con lo studio
dell’arch. Gaetano Lisciandra a Milano e negli anni successivi con
gli architetti Orizio e Papis a Brescia. Come architetto libero
professionista si occupa, oltre che di progettazione
architettonica, di direzione lavori, di coordinamento della
sicurezza nei cantieri, di progettazione dell’isolamento e di
certificazione energetica degli edifici.
STUDIO: VIA JACOPO DAL VERME 5, 20159 Milano
TELEFONO 02 87380716
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In ogni intervento sull’esistente occorre trovare una sintesi tra intenzioni architettoniche, dettami normativi, risorse ed obbiettivi economici ed ambientali, potenzialità e limiti tecnici e cantieristici. Uno dei punti critici è sempre l’interfaccia tra i nuovi componenti edilizi e le strutture preesistenti.