IL RAPPORTO ISPRA 2018 FOTOGRAFA LA SALUTE AMBIENTALE ITALIANA

rapporto ispra 2018

Il 20 marzo scorso è stato presentato l’“Annuario dei dati ambientali”, il Rapporto ISPRA 2018, giunto alla XV edizione, e il primo “Rapporto Ambiente” del Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA), ad un anno dalla sua istituzione con L. n.132/2016. Una fotografia in bianco e nero quella sulla salute ambientale del nostro paese, un rapporto completo che evidenzia il problema dell’inquinamento dell’aria e del consumo del suolo nelle regioni d’Italia.

Se da una parte l’andamento delle concentrazioni del particolato PM10 nel medio periodo (2007–2015) è generalmente decrescente, dall’altra siamo lontanissimi dai livelli raccomandati dall’OMS (nell’81% dei casi si registrano oltre tre superamenti della soglia di 50 µg/m³ per la media giornaliera), e siamo lontanissimi dal rispetto del limite previsto dalla normativa (non più di 35 superamenti della soglia di 50 µg/m³ in un anno) perché, nel 2015, su tutto il territorio nazionale il 40% delle stazioni di monitoraggio ha superato il limite di Legge fissato dal D.Lgs. 155/2010. A vincere (per così dire) il primato europeo di area di maggior criticità, con il superamento del limite giornaliero di PM10 nelle principali aree urbane, è il bacino padano.  

Il Rapporto attesta anche un incremento per le emissioni antropogeniche di sostanze climalteranti,  + 2,3% per i gas serra, determinato principalmente dal settore energetico e quindi dalle emissioni di CO2.

La maglia nera spetta purtroppo alla Lombardia, con circa 70,9 Mt di emissioni di gas serra, dove gli impianti di riscaldamento sono imputati di inquinare maggiormente rispetto al trasporto su strada e all’industria. Un valore assoluto alquanto significativo, considerando oltretutto che il riscaldamento funziona solo 6 mesi all’anno.

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Risulta chiaro che una delle principali cause di inquinamento nella Regione Lombardia è dovuta al forte consumo energetico imputabile agli edifici obsoleti. Riqualificando un edificio del punto di vista energetico si possono limitare notevolmente i fabbisogni, le dispersioni termiche e le emissioni in ambiente.

Questo dato si deve rapportare con un’altra criticità evidenziata dal rapporto ISPRA. I dati raccolti sul consumo del suolo a livello Nazionale evidenziano come il fenomeno sia ancora in crescita, con circa 3 m2 di suolo consumato ogni secondo nel 2016. Anche in questo caso il triste primato spetta alla Regione Lombardia con la provincia di Monza e Brianza, seguita immediatamente dalla Provincia di Milano dove il consumo di suolo supera il 30% del territorio provinciale.

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“Dal Rapporto Ispra 2018 si rileva che la principale fonte di inquinamento in Lombardia è il riscaldamento degli edifici che in soli 6 mesi supera le emissioni inquinanti derivanti dal trasporto su strada e dall’industria in un anno. Nella metà del tempo un fabbricato energivoro danneggia maggiormente l’ambiente rispetto alle automobili.”-  Dichiara Manuel Castoldi, Presidente di RETE IRENE – “Questo è un dato eclatante che ci fa interrogare sui motivi per i quali la Riqualificazione Energetica degli edifici esistenti stenti a decollare nel nostro territorio.”

A predominare le campagne di comunicazione è tuttora l’abbattimento delle emissioni da automobili mentre è fondamentale informare i cittadini su quanto la loro abitazione inficia sulla qualità dell’aria. Bisogna promuovere la conoscenza dei vantaggi derivanti dal rendere gli edifici energeticamente efficienti, dalla riduzione dei consumi e delle opportunità messe a disposizione dalle agevolazioni fiscali.

Abbiamo un vasto patrimonio edilizio che attraverso un’azione di riqualificazione può dare numerosi effetti favorevoli economici, ambientali e sociali, contenendo il dato allarmante del consumo di suolo con nuove edificazioni, e preservando così l’ambiente e le sue biodiversità.

Per ulteriori informazioni vai al sito Isprambiente

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