Stop cessione del credito: proposte al Governo

Lo stop alla cessione del credito fiscale e dello sconto in fattura arresterà il processo di Transizione Energetica del nostro Paese. Rete IRENE non chiede di ripristinare il meccanismo del Superbonus 110 ma fa delle proposte per migliorare il sistema incentivante del settore.

Il DL Incentivi così pensato rende di fatto impossibile un approccio strutturale all’efficienza energetica. Un approccio che dovrebbe invece essere considerato oggi più che mai necessario e urgente, vista la prossima direttiva UE “Case Green” e il tentativo del nostro Paese di raggiungere una maggiore autonomia energetica.

Questo provvedimento rafforza il clima di incertezza che si era creato tra i committenti, dissuadendo anche chi aveva le migliori intenzioni di investire sulla propria abitazione. Recentemente, Rete Irene ha subito lo stop ad alcuni progetti di riqualificazione edilizia del quale avrebbero beneficiato circa 1000 famiglie situate nelle periferie delle città metropolitane, progetti che si sarebbero realizzati con il Superbonus 70%. La causa risiede nel timore della stazione appaltante di non poter coprire economicamente i costi in un contesto estremamente incerto. Un esempio concreto di quel che potrebbe accadere in numerosi altri potenziali cantieri nelle periferie delle città italiane.

Il rischio a cui andiamo incontro è dunque quello di un significativo aumento dell’abbandono dei lavori già iniziati. L’instabilità che si è creata con i continui provvedimenti normativi (24 correttivi in meno di 3 anni) ha portato già lo scorso anno all’abbandono di numerosi cantieri con lavori lasciati inconclusi.

Rete IRENE è riuscita a portare avanti i cantieri iniziati, ma non sono pochi gli interventi incompleti che abbiamo visto sul territorio.

Edifici condominiali, nei quali gli interventi di cappottatura sono rimasti a metà oppure con carenze nelle componenti edilizie per le quali l’interruzione dei lavori ne pregiudica la stessa agibilità.

Emblematico è questo cantiere di una cittadina a nord della città Metropolitana di Milano. Sono stati tolti i ponteggi lasciando alcune unità immobiliari senza parapetti.

Oltre a gravi problemi di agibilità si riscontrano anche attrezzature da cantiere abbandonate dai quali alcune volte derivano condizione di scarsa igiene e degrado dei luoghi

Il Decreto lampo del 16 febbraio 2023, n. 11. “Misure urgenti in materia di cessione dei crediti” è stato giustificato quale dispositivo necessario per mettere in sicurezza i conti pubblici e bloccare gli effetti di una politica scellerata che ha posto in carico a tutti gli italiani € 2000,00 a testa.

Un’affermazione forte, che contrasta con studi referenziati quali quelli della Fondazione Nazionale dei Commercialisti Ordine dei Commercialisti, CENSIS, CRESME, NOMISMA.

ANALISI E NUMERI PRIMA DEL BLOCCO DELLA CESSIONE DEL CREDITO

L’efficienza energetica crea economia sostenibile. L’ultimo studio a sostenerlo è “110% Monitor: l’analisi Nomisma per misurare l’impatto economico della misura del Superbonus 110%

Con il Superbonus gli edifici hanno registrato una riduzione del 50% delle emissioni di CO2 e un risparmio in bolletta tra il 30,9% (salto di 2 classi) e il 46,4% (salto di 3 classi) 

Uno scenario nel quale Nomisma stima una riduzione di 1,42 milioni di tonnellate di CO2 in atmosfera, un beneficio ambientale che si riflette anche sul bilancio delle famiglie con risparmi pari a circa 29 miliardi di euro (dati stimati da Nomisma sui cantieri già conclusi) e un risparmio medio in bolletta, pari a 964 euro all’anno a famiglia.

L’impatto economico complessivo del Superbonus 110% sull’economia nazionale è stato pari a 195,2 miliardi di euro, con un effetto diretto di 87,7 miliardi, 39,6 miliardi di effetti indiretti e 67,8 miliardi di indotto.

Complessivamente l’incremento del valore degli immobili oggetto di riqualificazione, nell’ipotesi che tutte le unità immobiliari riqualificate rientrino nelle classi energetiche inferiori, supererebbe i 7 miliardi di euro.

La riqualificazione energetica ci permette di rispettare gli impegni Europei di emissioni zero al 2050.  La Direttiva UE sulle case green punta alla completa riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare dei Paesi Membri con edifici in classe energetica D entro il 2033. Una vera sfida per il nostro Paese dove il 74 per cento è stato edificato prima delle leggi sul risparmio energetico e sulla sicurezza sismica. Le stime parlano del 60 per cento degli immobili appartenenti alle classi più energivore F e la G.

LA POSIZIONE DI RETE IRENE DOPO IL BLOCCO DELLA CESSIONE DEL CREDITO

Per questo motivo, Rete Irene intende veicolare alle Istituzioni i seguenti spunti per un’attività migliorativa della normativa di settore:

  • Procedere a un riordino complessivo della normativa. Negli ultimi anni, la normativa sull’efficienza energetica è stata interessata da cambiamenti continui. È urgente che il Governo abbandoni questo approccio e disegni uno strumento normativo unitario, stabile nel lungo periodo e chiaro a beneficio di operatori e famiglie. Per farlo, occorre la costituzione di un canale di comunicazione permanente tra operatori e Ministeri, ma anche la volontà del decisore pubblico di guardare con maggiore profondità strategica il settore dell’efficienza energetica e individuare obiettivi e strumenti tali da consentire un’adeguata programmazione degli investimenti.
  • Consentire una manutenzione ordinata degli incentivi. Imprescindibile requisito della stabilità normativa è assicurare che il meccanismo degli incentivi possa rimanere efficace nel tempo anche al mutare delle condizioni di mercato. Per questo, Rete Irene chiede di prevedere strumenti di monitoraggio dell’efficacia dell’incentivo che possano individuare aspetti puntuali di migliorabilità, senza quindi dover ricorrere a stravolgimenti delle regole o, come nel DL Incentivi, a uno stop tout court alla cessione del credito.
  • Rassicurare i cessionari sull’utilizzabilità del credito nei casi in cui si possa escludere il concorso di colpa. Attualmente, il cessionario anche in buona fede può esporsi a rischi di sequestri impeditivi o di indebita compensazione, il che disincentiva l’utilizzo della cessione del credito e, considerata l’importanza della cedibilità dei crediti nella scelta se effettuare o meno un intervento di efficienza energetica, blocca la riqualificazione edilizia.
  • Mantenere la piena operatività della cessione del credito per gli immobili che più hanno bisogno di efficienza energetica. La cessione del credito è particolarmente necessaria per edifici altamente energivori e per gli interventi di adeguamento sismico, soprattutto in territori ad alto rischio. Individuare classi di intervento è preferibile rispetto a consentire la cessione del credito solo ad alcune fasce di reddito, in quanto questo secondo sistema potrebbe dare luogo a ulteriori stop agli interventi nel caso in cui i residenti di un medesimo condominio appartengano a fasce reddituali molto diverse.
  • Più in generale, riconoscere il ruolo della cessione del credito per l’efficacia delle politiche di stimolo. Rete Irene e tutto il settore dell’efficienza energetica assistono frequentemente a polemiche sulla cessione del credito in quanto strumento. È necessario che i decisori pubblici e le Istituzioni tutte siano sensibilizzati sul ruolo imprescindibile di questo strumento per creare un incentivo davvero efficace all’efficienza energetica

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