Un impianto di riscaldamento ibrido unisce le proprietà di due generatori di calore di tipo diverso per creare un sistema integrato, mettendo in sinergia differenti tecnologie.
Che sia per riscaldamento, raffreddamento e produzione di acqua calda, che sia combinando tra loro diverse tecnologie con diverse fonti di energia, olio combustibile, gas o elettricità, il sistema di regolazione dell’impianto ibrido sceglie cosa utilizzare in base alla convenienza energetica del momento.
QUANDO CONVIENE UN IMPIANTO DI RISCALDAMENTO IBRIDO?
In linea di principio l’impianto di riscaldamento ibrido si può adottare in qualsiasi situazione domestica, casa indipendente o condominio, il beneficio in termini ambientali sarà sempre conseguente all’intervento.
Inoltre i cambi climatici degli ultimi decenni hanno determinato un aumento del fabbisogno energetico per raffrescare gli edifici in estate e una diminuzione del fabbisogno energetico per riscaldarli in inverno, ragione per cui la tecnologia di climatizzazione ibrida è diventata in generale sempre più vantaggiosa.
Tuttavia, dal punto di vista economico, se mal progettato un impianto ibrido può rivelarsi addirittura sconveniente.
È fondamentale avere chiaro un principio di base in assenza del quale non vi è modo di individuare la più efficiente delle soluzioni impiantistiche: prima si pensa all’involucro edilizio e al contesto territoriale in cui questo è collocato, poi si progetta l’impianto.
Occorre infatti predisporre la diagnosi energetica dell’immobile da parte di un termotecnico qualificato per stabilire se, nei diversi casi specifici, questo tipo di intervento avrà convenienza.
Questo studio deve tenere conto dei diversi elementi che incidono sul ritorno economico dell’operazione.
- Il fabbisogno energetico dell’edificio (se questo appartiene a classi energetiche inferiori a C sempre consigliabile prevedere un intervento di riqualificazione dell’involucro)
- I suoi consumi energetici storici
- Il costo delle tecnologie e della loro installazione
- La temperatura media storica nei vari periodi dell’anno del territorio in cui l’edificio è collocato
I risultati di queste valutazioni tecniche renderanno possibile fare un confronto tra i consumi energetici pre intervento e la stima dei consumi post intervento nel tempo, in modo da avere una proiezione economica che determina la convenienza dell’operazione e quanto tempo sarà necessario per arrivare al ritorno dell’investimento.
L’IMPIANTO CON CALDAIA A CONDENSAZIONE E POMPA DI CALORE
La combinazione di impianto di riscaldamento ibrido che più si è affermata negli ultimi anni è quella che combina una caldaia a condensazione con una pompa di calore:
- il generatore di calore a energia fossile produce il calore come di consueto attraverso la combustione del gas;
- la pompa di calore utilizza invece l’energia termica presente all’esterno dell’edificio (in particolare aria ambientale o energia geotermica) e la riscalda ulteriormente con l’ausilio di un compressore.
Come fonte primaria viene utilizzata la pompa di calore, mentre i combustibili fossili servono da fonte ausiliaria.
Questo tipo di impianto di riscaldamento ibrido (in verità riscaldamento e raffrescamento) rappresenta una soluzione che coniuga la riduzione dell’impatto ambientale con il comfort abitativo garantito dalla caldaia a condensazione.
L’integrazione con la pompa di calore permette di attivare la caldaia a condensazione solo quando necessario, comportando una riduzione dei consumi e delle emissioni nell’ambiente.
Questi benefici si andranno tuttavia riducendo man mano che la temperatura esterna, in inverno, scenderà in modo consistente, situazione in cui la resa della pompa di calore risulterebbe sconveniente economicamente.
Sappiamo infatti che la pompa di calore in un impianto di riscaldamento sottrae calore da un ambiente più freddo (l’aria esterna, il terreno, l’acqua…) per cederlo a un ambiente più caldo (casa nostra).
La sua resa cambia in base alla temperatura della sorgente fredda da cui deve estrarre il calore e dalla temperatura dell’ambiente a cui deve cederlo.
E’ facile immaginare che:
- più calda sarà la sorgente fredda esterna
- più bassa la temperatura richiesta dall’ambiente interno
- migliore sarà l’efficienza del sistema.
L’IMPIANTO DI RISCALDAMENTO IBRIDO NEGLI EDIFICI AD ALTA EFFICIENZA
Per quanto la combinazione di caldaia a condensazione con pompa di calore sia in questo periodo il tipo di impianto di riscaldamento ibrido più diffuso, grazie ai passi avanti compiuti da queste due tecnologie, per definizione questo tipo di impianto di riscaldamento può combinare altri tipi di generatori di energia.
Nella visione di un rinnovamento sostenibile del parco immobiliare la climatizzazione ibrida che fa uso di energia rinnovabile diventa particolarmente interessante negli edifici con basso fabbisogno.
Infatti in questi casi è molto più semplice soddisfare il fabbisogno di energia per il raffrescamento ed il riscaldamento utilizzando tecnologie a bassa temperatura/basso consumo.
Tra le forme di impianto di riscaldamento ibrido che si possono utilizzare in questi contesti rientrano diverse varianti, elencate qui di seguito da quelle a più elevato impatto ambientale a quelle più sostenibili:
● caldaia a condensazione a gas con solare termico
● caldaia a pellet o a legna con solare termico
● pompa di calore con solare termico
● impianto fotovoltaico con pompa di calore
È POSSIBILE REALIZZARE UN IMPIANTO DI RISCALDAMENTO IBRIDO TOTALMENTE CARBON FREE?
Le ultime due combinazioni della lista precedente mettono in sinergia pompa di calore e solare termico oppure pompa di calore e fotovoltaico; queste sono in grado di esprimere appieno il loro potenziale applicati ad edifici a basso fabbisogno energetico, dall’A1 in su.
Ai fini della progettazione e realizzazione di un impianto di climatizzazione ibrido totalmente carbon free, per quanto riguarda la componente a pompa di calore risulta decisiva l’origine dell’energia elettrica.
A questo punto abbiamo due opzioni. Da un lato, possiamo acquistare elettricità verde da un fornitore. Così facendo, la generazione di calore con la nostra pompa di calore è effettivamente neutrale dal punto di vista delle emissioni di CO2.
Dall’altro, esiste anche la possibilità di generare autonomamente l’energia elettrica per la pompa di calore tramite un impianto fotovoltaico sul tetto. L’energia elettrica per il funzionamento della pompa di calore è in questo caso sia neutrale dal punto di vista delle emissioni di CO2 che locale.
Queste combinazioni di impianti ibridi possono davvero rendere gli edifici totalmente neutrali in quanto ad impronta carbonica, portando ad un ulteriore importante vantaggio: ridurre ulteriormente i costi di esercizio e raggiungere l’indipendenza dall’aumento del prezzo dell’energia elettrica.
Resta inteso che questo esempio è puramente teorico, per quanto possibile. In ogni caso la progettazione e la realizzazione di un impianto di riscaldamento e raffrescamento ibrido andrà sempre progettata da un termotecnico o da un gruppo di professionisti qualificati, in grado di certificare prestazioni dell’edificio ed efficienza della componente energetica del sistema edificio-impianto.