Investire per abbattere i costi energetici delle abitazioni. Come aiutare imprese e famiglie?

costi energetici delle abitazioni

Rete Irene da 10 anni interviene sugli edifici per abbattere i costi energetici delle abitazioni. Grazie a questa esperienza abbiamo avuto l’opportunità di portare il nostro punto di vista alla Commissione Senato, in occasione delle audizioni informali nell’ambito dell’esame degli incentivi alle imprese.

Direttiva Case Green, classe energetica degli edifici, inquinamento atmosferico, caro bollette, queste le parole chiave utilizzate nei motori di ricerca per trovare gli argomenti più popolari di quest’anno, tutti che riportano ad un unico tema: i costi energetici delle abitazioni e la loro sostenibilità.

L’argomento non è di semplice trattazione, diviso tra le politiche europee che introducono l’obbligo di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici in classe energetica “D” dal 2033, e un patrimonio edilizio italiano tra i più energivori in Europa, con ridotta fattibilità degli interventi in assenza di una politica incentivante che sostituisca il Superbonus. 

L’efficienza energetica degli edifici è una necessità che si basa sulla sostenibilità delle risorse naturali, sulla salvaguardia ambientale e sull’esigenza di risparmiare. L’efficienza energetica degli edifici è imprescindibile nell’evoluzione contemporanea e futura dell’abitare e per questo va sostenuta da politiche strutturate e lungimiranti. 

È questo il messaggio che abbiamo avuto l’opportunità di esporre nella 9a Commissione Senato XIX leg. giovedì 1° giugno, nelle audizioni informali nell’ambito dell’esame degli incentivi alle imprese.

Un’opportunità che ci ha permesso di portare, attraverso la voce di Virginio Trivella, il contributo della nostra esperienza di operatore del settore alle valutazioni del Governo sui disegni di legge di delega per la Revisione del sistema di incentivi alle imprese. 

Sostegno pubblico e facilitazione della domanda di interventi nel lungo termine

Sono due gli aspetti fondamentali esposti, strettamente correlati tra di loro e che vanno considerati in modo complementare 

  • Il sostegno pubblico all’efficienza energetica del settore edile
  • Le politiche oculate e stabili a favore della domanda

Virginio Trivella ha spiegato come sia assolutamente necessario assicurare che la politica di sviluppo industriale sia coerente con gli obiettivi strategici della transizione ecologica di autonomia energetica, e al contempo che essa sia in grado di definire un contesto di stimolo della domanda di Rinnovamento edilizio energetico e strutturale credibile, efficace, stabile ed efficiente, declinato in modo coerente con le caratteristiche del patrimonio immobiliare del Paese.

Sosteniamo infatti che con riferimento all’efficientamento energetico, l’incentivo più utile che possa essere offerto alla filiera della riqualificazione energetica consista proprio nel creare le condizioni per una domanda di lungo periodo, di livello adeguato e non perturbata nel breve periodo.

E’ possibile vedere l’intervento completo di Virginio Trivella presso l’Audizioni in videoconferenza nell’ambito dell’esame dei ddl 571 e ddl 607 (Revisione del sistema di incentivi alle imprese) al link SENATO TV a partine dal minuto 1:12:00.

Una chiave di lettura del rapporto tra deficit e aumento del PIL

A questo proposito citiamo un interessante articolo di Enrico Zanetti scritto lunedì 5 giugno sull’impatto positivo macroeconomico degli incentivi all’edilizia nel periodo 2021-2023.

Il Dott. Zanetti su Eutekne.Info evidenzia, sulla base dei dati dell’audizione congiunta in Commissione Bilancio della Camera della scorsa settimana costituita dal Dipartimento Finanze, Dipartimento Tesoro e Ragioneria Generale dello Stato come il Superbonus abbia generato un deficit che aumenta il debito meno di quanto la misura aumenta il PIL.

I dati certificati dal MEF illustrano un costo netto sostenuto dallo Stato, per generare Superbonus e Bonus Facciate, di addebito 51,67 miliardi di euro, mentre l’incremento indotto dal PIL è di 66,3 miliardi di euro. 

Un costo per lo Stato che costituisce un esempio di crescita a debito virtuosa. Un miglioramento del rapporto deficit PIL, che probabilmente avrebbe un impatto ancora più positivo sul PIL se fosse stato analizzato il solo Superbonus.

Sono questi i dati che servono per costruire un incentivo serio a sostegno della riqualificazione del Patrimonio edilizio italiano. Sono l’effettiva dimostrazione che gli studi effettuati dai più autorevoli soggetti in Italia per stabilire l’impatto del Superbonus 110% sull’economia nazionale erano corretti. Noi li abbiamo raccolti nella sezione“ I Numeri del Superbonus 110%”. 

Il nostro obiettivo è far capire che la filiera della riqualificazione energetica, quella con una nutrita esperienza lavorativa, non chiede il ripristino del superbonus perché è stato troppo instabile e poco selettivo.

Gli effetti distorsivi del Superbonus e l’assenza di selettività dell’incentivo costituiscono il suo principale limite, che non contribuisce ad una profonda riqualificazione con conseguente importante riduzione dei costi energetici delle abitazioni.

Incentivi edilizi commisurati all’efficacia certificata dell’intervento

Stiamo lavorando ad una proposta di incentivo pluri-obiettivo e a un sistema di utilizzo alternativo alla detrazione del credito d’imposta derivante dall’incentivazione di interventi su edifici esistenti mirato alla premialità delle lavorazioni.

Un incentivo capace di innescare un processo virtuoso che favorisca la riqualificazione degli edifici profondamente energivori con intensità premiante e crescente in base alla profondità e alla qualità con la quale si interviene. Ad una più consistente riduzione del fabbisogno, corrisponde una maggior possibilità di detrarre la spesa.

Come sosteniamo dalla nostra fondazione nel 2013, l’intervento di riqualificazione energetica di un edificio non è una spesa ma un vero e proprio investimento per il proprietario, per l’ambiente e per il Paese.

“Bisogna premiare chi fa investimenti reali e tangibili sulla riqualificazione energetica, in grado di creare un beneficio per tutta la comunità. Di certo le famiglie vanno aiutate e sostenute in questo percorso che, se correttamente governato, è un’occasione per valorizzare il patrimonio e per ridurre i costi energetici delle abitazioni e l’impatto sull’ambiente” Dichiara il presidente Manuel Castoldi

2 pensieri su “Investire per abbattere i costi energetici delle abitazioni. Come aiutare imprese e famiglie?

  1. giovanni biondani dice:

    Bravo Manuel . Tutto assolutamente condivisibile , con una ulteriore nota a margine . Tra i tanti benefici generati da questi interventi , sicuramente non secondario è l’importante miglioramento del comfort abitativo che gli stessi generano . In un periodo post- pandemico in cui la quantità di ore passate all’interno di spazi chiusi è aumentata in modo esponenziale ; il poter pensare di viverli in luoghi sani , salubri e confortevoli diventa l’altra vetta da raggiungere . Come da voi evidenziato , il tema finanziario resta – come sempre – la scommessa più importante .

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