COP 27: ANCORA VERSO LA FUMATA NERA?

COP 27 Servono impegni vincolanti

Il 6 novembre è iniziata la Cop 27 in Egitto in un contesto dove è certificata la repentinità dei cambiamenti in corso e nel bel mezzo di una guerra che dimostra ancor di più le conseguenza dovute alla dipendenza da combustibili fossili che doveva essere gradualmente eliminata. Auspichiamo che il 27esimo vertice Onu sui Cambiamenti Climatici porti ad impegni concreti e vincolanti.

All’apertura è stato diffuso il rapporto “Stato del clima globale nel 2022” del World Meteorological Organization – WMO, che ha attestato come le concentrazioni di gas serra sono sempre più crescenti e contribuiscono all’aumento delle temperature. Il rapporto documenta che gli ultimi 8 anni sono stati i più caldi di sempre e la temperatura media nel 2022 è di circa 1,15 °C sopra i livelli pre-industriali. 

Temperature che comportano scioglimento dei ghiacci, innalzamento dei mari, desertificazione, eventi meteorologici estremi con conseguenze quali morte, fame, malattie e migrazione.

Il segretario generale della WMO, Petteri Taalas ha precisato che i livelli di anidride carbonica nell’atmosfera sono così alti che l’obiettivo di contenere l’innalzamento di 1,5°C entro il 2030 è difficile da raggiungere.

La gravità dello stato del clima globale è stata rafforzata dal discorso fatto da Antonio Guterres alla cerimonia di apertura della Cop 27, dove il segretario generale delle Nazioni Unite ha spiegato che il nostro Pianeta si sta avvicinando rapidamente a quel punto di non ritorno per l’irreversibilità della catastrofe climatica, invitando tutti a cooperare in un Patto di Solidarietà Climatica altrimenti sarà un suicidio collettivo.

Bisogna porre innanzitutto fine alla dipendenza dai combustibili fossili e alla costruzione di impianti a carbone per impegnarsi a fornire energia universale, accessibile e sostenibile per tutti.

Un Patto in cui tutti i Governi si impegnano in uno sforzo supplementare per ridurre le emissioni in questo decennio e i Paesi più ricchi e le istituzioni finanziarie internazionali forniscono assistenza tecnica e finanziaria alle economie emergenti, per accelerare la propria transizione verso le energie rinnovabili.  

In questo contesto si spera che La Cop 27 formalizzi il tema “loss and damage”, le perdite ed i danni subiti in conseguenza dei cambiamenti climatici. Argomento estremamente delicato che deve regolamentare un meccanismo per allocare risorse finanziarie, sistemi di prevenzione e gestione del rischio climatico. 

Un meccanismo sicuramente complesso che vede in prima linea gli Stati meno abbienti e più soggetti ai fenomeni meteo intensi spingere per ottenere finalmente gli aiuti richiesti e le Nazioni più ricche che esprimono dubbi su regole, controlli e gestione.

La speranza è che i negoziati terminino con delle decisioni concrete e vincolanti che impegnino tutte le Nazioni nella riduzione di emissioni di gas serra e nel contenimento delle temperature. Un invito esplicito a questo impegno è stato fatto da Antonio Guterres a Stati Uniti e Cina, le due maggiori potenze economiche mondiali, spiegando la loro particolare responsabilità nella fattiva realizzazione del Patto di Solidarietà Climatica.

In particolare in Europa viviamo una guerra dove la principale arma è il combustibile fossile, un’energia altamente inquinante proprietà di una Nazione che basa la sua forza sulla creazione di una crisi energetica. 

Una crisi annunciata che poteva essere evitata se ci fosse stata un’azione collettiva verso una vera transizione energetica, basti pensare che la prima Cop si è tenuta a Berlino nel 1995, ma di concreto in questi decenni è stato fatto poco, perché hanno prevalso gli interessi privati rispetto a quelli globali, con conseguenze estreme a livello ambientale, meteorologico, conflittuale, che portano distruzione, morte e malattie.

In contemporanea, oltre a frenare il più possibile i cambiamenti climatici, è importante affrontare una politica di adattamento ai cambiamenti climatico, in previsione del fatto che le stagioni e le temperature che abbiamo conosciuto 10 anni fa non torneranno più.

Sperando che la Cop 27 non sia un’altra occasione mancata, auspicando che si lavori sulla salvaguardia e il bene comune rispetto agli interessi dei singoli.

Concludiamo citando alcune parole di Antonio Guterres: sul clima la risposta è nelle nostre mani. E il tempo stringe. Stiamo lottando per la nostra vita. Stiamo perdendo.

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