INVESTIRE PER MIGLIORARE L’EFFICIENZA ENERGETICA DELLE CASE

investire per migliora l'efficienza energetica

Si parla tanto della spesa relativa agli interventi volti a migliorare l’efficienza energetica degli edifici esistenti: c’è chi sostiene che sia un costo e chi d’altro canto argomenta che sia un investimento. Spesso viene fatto riferimento ad un parametro che determini il rapporto tra euro speso e relativa energia risparmiata.

Ma è corretto fare questo calcolo? Si possono sintetizzare in un unico parametro tutti i benefici economici, sociali ed ambientali racchiusi nel ruolo che ricopre attualmente l’efficienza energetica degli edifici esistenti?

A nostro parere no, perché per ogni euro investito nella riqualificazione del vetusto patrimonio immobiliare esistente italiano si ha un ritorno in termine di valore che racchiude più variabili. 

Ci spiega nel dettaglio il numero di fattori coinvolti in questo calcolo l’Arch. Jacopo Aste, responsabile del commissioning tecnico fiscale per Rete IRENE.

Bisogna ricordare che si sta parlando di interventi di recupero degli edifici esistenti, per cui la prima istanza di intervento – per recuperare appunto l’oggetto edificio – è il ripristino del degrado ad una condizione assimilabile a quella iniziale.

Quindi la spesa sostenuta dall’operazione è un valore spurio, che nasconde in sé un importo che non produce attivamente alcuna frazione di energia risparmiata e che anzi dipende da molti fattori, sia ambientali che di conduzione, tale per i quali il “peso” di questo importo ha un’incidenza altamente variabile all’interno della più complessiva operazione.

Il tema è alla base anche del protocollo di certificazione degli interventi (e non degli edifici!) che Rete IRENE ha sviluppato insieme a Agenzia CasaClima – KlimaHaus Agentur: due edifici gemelli, costruiti sulla base dello stesso progetto e dalla medesima impresa nello stesso periodo di tempo, dopo 20-30-40…70 anni avranno problematiche e necessità differenti.

Più in generale la spesa del ripristino del degrado (un vero e proprio costo) non è un parametro oggettivo e coerente da intervento ad intervento; quanto invece un parametro soggettivo e specifico.

Può comportare la rimozione integrale di un rivestimento incollato, piuttosto che il ripristino di intere zone financo “zolle” di lacune; o ancora l’integrale sostituzione delle orditure di una copertura, piuttosto che la sola ricorsa delle tegole.

Bisogna quindi considerare che l’intervento di efficienza energetica negli edifici esistenti abbia un andamento – se ricondotto ad un grafico – della variabile €/energia rappresentato da una spezzata e non da una retta.

andamento intervento di efficienza energetica
Andamento di un intervento di efficientamento energetico – €/energia

Il 1° segmento è ripido e comporta un beneficio energetico molto ridotto in relazione alle spese sostenute.

Per tutto il 2° segmento invece l’incremento di energia è maggiore rispetto al denaro investito.

Il 3° segmento torna ad essere ripido, risultando più in un segmento parabolico che rettilineo.

L’intervento ottimale si assesta in prossimità del passaggio dal 2° al 3° segmento, individuando quell’intorno dove l’investimento massimizza i benefici.

Ma per poterlo compiutamente individuare, e dimostrare, è necessario dare prima una quantificazione economica al “1° segmento”: solo così è possibile rendere attendibile il parametro €/energia.

Ecco perché riteniamo poco attendibile – fintanto che non si riesca ad epurarlo dagli elementi estranei – il parametro € speso/energia risparmiata.

Nonostante ciò, cercando di disaminare e condividere i numeri delle operazioni seguite dal Commissioning tecnico-fiscale di Rete IRENE nel mese di ottobre, proveremo a desumere un valore anche per questo parametro, basandolo sulla totalità degli interventi asseverati nel mese (19 operazioni di rinnovamento energetico con Superbonus 110%) così da provare a stemperare le impurità introducendo una base (per quanto non eccessivamente significativa) statistica.

Solo 4 operazioni su 19, hanno ottenuto il salto minimo di classe energetica (2 classi), mentre la maggior ricorrenza la si trova nel salto di 3 classi energetiche: 6 operazioni su 19.

Nel caso di una “abitazione singola” si raggiunge addirittura l’eccellenza con il massimo salto di classi possibile: 9 (dalla G alla A4).

Su 19 operazioni asseverate la media del miglioramento di classe energetica è di circa 3,7 classi, con un’efficienza energetica media di circa il 60%, prevalentemente compresa tra il 45% ed il 65%.

APE convenzionale – pre operam
APE convenzionale – post operam

Il picco di massimo di efficientamento (91%) corrisponde all’operazione che salta 9 classi energetiche.

Laddove l’intensità più contenuta (comunque un consistente 36%) è registrata per un Condominio arrivato al primo SAL fiscale: tutti i trainati privati non sono stati ancora confermati, ne contrattualizzati. Per il prossimo stato di avanzamento è atteso dunque un incremento del risparmio energetico complessivo dell’edificio, a fronte del raffinamento dell’operazione.

In termini assoluti e non percentuali, il risparmio energetico di queste 19 operazioni corrisponde ad oltre 2,71 GWh/anno. La spesa sostenuta complessiva (lavori, prestazioni professionali, imposte) delle operazioni di rinnovamento energetico si attesta sui 23,58 milioni di euro.

La media ponderata del famigerato parametro “€/energia” è di 8,21 euro per kilowattora annuo risparmiato.

Per quanto temperato, come si parla di edifici esistenti dal punto di vista edilizio, questo valore continua a racchiudere in sé una quota significativa per il costo del ripristino a nuovo e l’eliminazione del degrado.

La differenza tra spesa sostenuta complessiva e costo complessivo del ripristino nuovo permetterebbe di conoscere il valore dell’investimento reale.

In ogni caso questo parametro €/energia tirato in ballo risulta comunque limitativo, perché basato esclusivamente su fattori numerici: fare interventi di efficienza energetica significa investire anche in comfort abitativo, in aumento del patrimonio immobiliare e – aspetto fondamentale – nel diminuire l’emissione nocive in atmosfera. 

In questo delicato momento contribuire alla sostenibilità ambientale e alla salvaguardia dei cambiamenti climatici rappresenta un valore incalcolabile.

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