L’importanza del riordino degli incentivi fiscali per risparmiare energia: un esempio concreto

Per risparmiare energia in grandi percentuali, ottenendo le massime prestazioni dagli edifici riqualificati, abbiamo bisogno di una politica di incentivi all’edilizia strutturata e duratura.

In questo articolo spieghiamo, con un caso concreto di un intervento concluso 2 anni fa, l’importanza della riqualificazione energetica profonda, per raggiungere la massima riduzione dei consumi negli edifici.

Tra il febbraio 2020 e il dicembre 2021 si è svolto l’intervento di riqualificazione energetica dell’involucro edilizio del condominio “Nel Verde” di Torino. Tale intervento pur avendo “le carte in regola” non ha potuto beneficiare degli incentivi superbonus allora nascenti per via di alcune caratteristiche del complesso condominiale (tra le quali spicca l’impianto centralizzato di climatizzazione invernale allacciato al teleriscaldamento).

L’operazione ha visto alla progettazione e direzione lavori dell’Arch. Federico Cerutti con i professionisti di “ZEB Studio”, mentre la realizzazione è stata affidata a Rete Irene e alla sua impresa fondatrice Trivella S.r.l. Questo connubio progettuale e realizzativo ha garantito risultati in linea con quelli del protocollo di qualità “Irene-CasaClima” e alla conclusione dei lavori i due edifici hanno conseguito tale certificazione.

La riqualificazione energetica ha coinvolto tutte le partizioni opache condominiali disperdenti verso l’esterno: dalle facciate al tetto, comprendendo i ponti termici. Elementi particolari dell’intervento sono stati il cappotto termico decorato, le lesene ai fianchi delle finestre (sostituite con nuovi elementi isolanti aventi stessa forma), la correzione dei ponti termici come quelli relativi agli aggetti dei balconi (isolati termicamente sia a pavimento che nel sottovista) e quanto necessario per completare la costituzione di una nuova pelle riqualificata esteticamente oltre che energeticamente.

Le pareti esterne erano già parzialmente isolate con lana di vetro inserita nell’intercapedine, e sono state ulteriormente coibentate con un sistema a Cappotto da 8 cm in EPS conforme ai requisiti CAM. Grazie a ciò è stato ottenuto un passaggio di classe energetica media da E a B.

Tuttavia, una criticità di questa operazione di riqualificazione è stata la non fattibilità di intervento sul sistema di climatizzazione invernale (generazione, distribuzione ed emissione), dovuta all’insostenibilità economica derivante dalla compresenza di consistenti ed ingenti attività da svolgere e la mancanza di forme di incentivazione mirate alla tipologia impiantistica presente nel Condominio. Ciò ha portato i condòmini a dover rinunciare ad una componente rilevante dell’intervento per risparmiare energia ulteriormente.

Il Condominio è infatti allacciato alla rete di teleriscaldamento della città metropolitana di Torino ed i suoi appartamenti sono serviti da un vetusto sistema di emissione radiante a soffitto, avente temperatura operante medio-alta. L’emissione era altresì localmente integrata da ventilconvettori, anch’essi operanti ad alta temperatura; tuttavia questi non sono più funzionanti all’interno del sistema di climatizzazione invernale, portando a dover effettuare una compensazione ulteriore affidata al sistema radiante a soffitto. 

La regolazione dell’impianto deve tenere conto dei problemi di circolazione stratificatisi negli oltre cinquant’anni di attività, nonché del fatto che la temperatura interna agli appartamenti è unica per tutto il complesso e dipende dalla temperatura di mandata dell’acqua nei soffitti radianti (sottoposta a variabilità in funzione della temperatura esterna e della durata oraria di funzionamento dell’impianto).

Basandoci sui dati di consumo pre- e post- intervento, dopo averli elaborati e normalizzati sui gradi giorno reali misurati, è stato possibile calcolare il risparmio energetico dell’intervento: trovandolo in linea con quanto atteso in fase di diagnosi. Dopo l’intervento di isolamento termico i consumi energetici totali (riscaldamento e acqua calda sanitaria) sono diminuiti nel tempo:

  • del 27% per la prima stagionalità, durante la quale l’intervento si è concluso (anni 2021-2022)
  • del 33% per la seconda stagionalità post-intervento (anni 2022-2023)

Grazie al modello energetico di diagnosi era stato possibile ipotizzare e prefigurare anche il comportamento nel caso ottimale di ripristino a nuovo del sistema di distribuzione e di emissione (ovvero senza prevedere migliorie od efficientamenti per la componente produttiva). 

Secondo tale diagnosi – in condizioni standard, ovvero con una temperatura interna dell’aria di 20°C (temperatura di comfort) – sarebbe stato possibile risparmiare energia del 40%.

L’operazione edile (realizzazione ed attività professionali) sui due edifici condominiali complessivamente è costata circa 1,6 milioni di euro ed è stata resa possibile dal ricorso all’incentivo Bonus Facciate “Energetico”. Per concretizzare quel delta di risparmio tra la diagnosi in condizioni standard ed i dati risultanti dall’ “allineamento” del modello con le caratteristiche impiantistiche degli edifici reali, tale costo sarebbe incrementato consistentemente.

Oltre a ciò, in un panorama privo di incentivi dedicati direttamente a quella tipologia di componenti, l’investimento economico rimasto in carico al Condominio sarebbe più che raddoppiato.

L’intervento, conseguendo un efficientamento pari al 33%, si configura come un intervento di rinnovamento energetico ma non raggiunge i livelli di una riqualificazione energetica profonda. Per fare ciò sarebbe stato necessario integrare anche la componente impiantistica, eventualmente tenendo presente l’ambito delle rinnovabili ed il comportamento in regime estivo.

Uno strumento che permettesse di rendere fattibile e sostenibile un intervento di riqualificazione profonda come questo, per risparmiare energia, non era disponibile al momento dei lavori.

L’esperienza acquisita in questo contesto e negli ultimi 10 anni di lavoro di Rete Irene (specialmente negli – ad oggi – 3 anni di Superbonus) ci ha portato a sviluppare una proposta di riordino degli incentivi esistenti, forte dei riscontri ottenuti in oltre 200 cantieri. È essenziale che lo strumento incentivante, pur potendo rappresentare un panorama complesso e diversificato, torni ad essere semplice e non più complicato privilegiando interventi integrati e pluri-obiettivo.

Lo scopo è far convergere gli interessi privati di autonomia energetica, comfort abitativo e salvaguardia del patrimonio immobiliare, con gli interessi collettivi di sicurezza, salubrità, contrasto alla povertà energetica, decoro e decarbonizzazione, superando l’attuale situazione di incertezza con le tensioni tra operatori, istituzioni e proprietari.

L’obiettivo è tutelare il cittadino, il Paese e l’ambiente, lavorando per ottenere le migliori prestazioni energetiche dall’edificio riqualificato: lavorare per ottenere il meglio.

La Comunità Europea con la Direttiva EPBD Case Green chiede ai paesi membri di adottare un piano di riduzione del consumo di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2030. Almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria deve essere ottenuto attraverso la riqualificazione degli edifici con le peggiori prestazioni.

La proposta di Riordino dei Bonus Edilizi realizzata insieme ad Associazione Italiana Condomini ASSOCOND CO.NA.F.I. è una risposta concreta alle richieste della Direttiva Case Green, assicurando un miglior equilibrio tra capacità di incentivare gli interventi e impatto sul bilancio pubblico.  

Il futuro della riqualificazione edilizia richiede un equilibrio tra stimolo economico e sostenibilità finanziaria. È fondamentale una politica incentivante che ci permetta di lavorare per ottenere il massimo dagli edifici riqualificati per garantire un ambiente più sicuro e sostenibile per tutti.