Diminuzione dei fabbisogni e consumo consapevole dell’energia sono l’unica possibile via di uscita ai disastri ambientali in corso e al costo della vita sempre più alto difficile da sostenere.
Crisi energetica dovuta all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, crisi idrica dovuta ai cambiamenti climatici, dibattiti sul nucleare e sulla riapertura delle centrali a carbone.
Tutto questo in situazione ambientale preoccupante con il mar Mediterraneo che ha superato di circa 4°C la media del periodo 1985-2005, fiumi e laghi in secca e invasioni di cavallette, scenari drammatici sia dal punto di vista della sostenibilità sia per le perdite economiche che stiamo subendo.
La crisi è enorme e non di veloce risoluzione, proprio per questo bisogna realizzare un programma con azioni sia nell’immediato che nel lungo termine. Non è possibile solo mettere una toppa ai buchi esistenti per arginare la crisi, alle azioni tempestive deve corrispondere una strategia di lungo periodo per riuscire ad essere autosufficienti dal punto di vista energetico.
PUNTO PRIMO RIDURRE I FABBISOGNI ENERGETICI
Non lo diciamo noi, lo dicono gli studi scientifici, ultimo in ordine cronologico il documento che l’AIE Agenzia internazionale per l’energia che ha presentato lo scenario Net Zero alla 7a Conferenza Annuale Globale.
Il primo modo di risparmiare energia è essere efficienti riducendo gli sprechi e questo aspetto parte da una vera e propria educazione sul consumo consapevole dell’energia. Una consapevolezza che nel nostro Paese è poco diffusa.
Tendenzialmente in Italia tutti sanno quanti km fa una macchina con un litro di benzina, ma in pochissimi sono consapevoli di quanto consumi la propria abitazione in termini di gas e luce elettrica per ogni metro quadro.
Noi abbiamo fatto i conti prendendo il costo della fattura energetica dell’Italia nel 2019 = 40 mld di euro, di cui il 40% va in riscaldamento. Valore medio minimo di riduzione del fabbisogno energetico post intervento riqualificazione energetica = 50%. I conti si fanno in fretta, si potrebbero liberare 8 mld di euro all’anno, che per 20 anni sono 160 mld, quasi il valore del PNRR.
La scarsa cultura/informazione su questi dati comporta degli sprechi incredibili che oltre al portafoglio producono dei danni ambientali irreparabili. A breve inizierà la razionalizzazione dell’acqua, per il riscaldamento attendiamo di capire cosa succederà a ottobre.
Al momento sembra che la panacea di tutti i mali sia l’energia prodotta da rinnovabili. Ben venga, ma anticipata prima da una profonda riqualificazione degli edifici esistenti. Non si può pretendere che il fabbisogno di una casa in classe G sia soddisfatto in modo efficiente da una pompa di calore.
Le rinnovabili funzionano bene e sono un investimento conveniente solo se dimensionate su edifici con fabbisogni ridotti. Quindi bisogna investire prima nell’isolamento degli edifici e poi in sistemi di climatizzazione che utilizzino fonti rinnovabili opportunamente dimensionate.
PUNTO SECONDO: IL CONSUMO CONSAPEVOLE DELL’ENERGIA
In questo momento è necessario un impegno comunitario per contrastare la crisi in atto, modificando le proprie abitudini e documentandosi in modo diffuso sulle buone pratiche, partendo dalla propria casa.
Il consumo consapevole e il fabbisogno energetico dovrebbero essere materia scolastica. Uno studente dovrebbe essere informato sulla valenza della classe energetica, l’efficienza e il comfort abitativo della propria casa, insieme all’importanza della differenziazione dei rifiuti, del riciclo, della mobilità sostenibile, dell’efficienza nella produzione alimentare e tutto quanto inerente per preservare le risorse.
Il consumo consapevole è fondamentale in tutti i settori ma se molto è stato fatto per alcuni settori, quale ad esempio la mobilità, altrettanto dobbiamo fare per gli edifici energivori. Bisogna cambiare abitudini e cultura, impegnandosi in quegli investimenti di riqualificazione energetica perché permettono un ritorno economico ed ambientale.